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Presepe palestinese 2015

Inviato: ven dic 25, 2015 6:20 pm
da giova
Presepe palestinese 2015.

Il sito: la periferia di un qualunque piccolo villaggio sito in un qualunque punto nella valle del Giordano, in Galilea
che in tempi antichi era uno dei luoghi più fertili del medio oriente (colline, sorgenti, pianure, monti, torrenti, perfino un lago incantevole fanno della Galilea una regione singolare, di bellezza unica tra le terre di Israele). Ecco spiegato il motivo della rigogliosità dell’ambiente presente in questo manufatto.
Prima di fare un presepe penso ad uno specifico obiettivo che voglio trasmettere con il manufatto e che esplicito nella presentazione. Questo obiettivo riguarda qualcosa che avviene comunemente nel nostro mondo moderno e che sia tale da essere rappresentabile nel presepe.
Il “focus” cioè l’obiettivo di questo anno è quello di evidenziare il vero amore di una coppia anche e soprattutto nel momento del bisogno.
Il Bambino è sul punto di nascere e per la coppia ma soprattutto per Giuseppe questo è un momento tragico.

Il vero amore
Tra poco Nazareth si addormenta sotto la luna, la cena è pronta. Cena di povera gente: l’acqua della fonte, il pane di giornata ……e poi c’è Maria che ti aspetta, o Giuseppe. Quando entri da lei, sfiorala con un bacio, falle una carezza e dille che le vuoi bene, da morire.
Quanto sopra potrebbe ritrarre una scena verosimile della vita quotidiana della Santa Famiglia.
L’unione di amore di Giuseppe e di Maria è l’immagine di quella unione perfetta che Dio aveva progettato da tutta l’eternità per realizzarla quando i tempi sarebbero stati compiuti: l’unione di suo Figlio con l’umanità e che è stata inaugurata nel seno della Vergine, dove il Verbo si unì alla nostra debole carne umana.
Come si sono conosciuti Maria e Giuseppe? In un piccolo borgo come era Nazaret ci si conosceva un po’ tutti e fra Giuseppe e Maria nasce l’amore umano, il più grande amore umano che sia mai sbocciato su questa terra. Giuseppe e Maria si amano dell’amore più perfetto che si possa immaginare vivendo nella loro unione tutta la gamma dei sentimenti che compongono l’amore dell’uomo per la donna e della donna per l’uomo.
Giuseppe e Maria hanno un posto particolare nel pensiero e nell’opera di Dio. Essi accolgono il suo progetto: quello di essere genitori terreni del Figlio di Dio!
La verginità di Maria sta a significare che la salvezza del mondo è dovuta all’iniziativa solo di Dio e che è opera sua; deve però essere compresa bene: se essenzialmente è rinuncia all’unione carnale per la trasmissione della vita non è necessariamente rinuncia all’amore di un uomo. Il suo matrimonio con Giuseppe è un vero matrimonio, vero amore.


Il momento del bisogno
Maria è su un asinello bigio. Tutta avvolta nel pesante mantello.
Giuseppe cammina a lato tenendo la briglia. “Sei stanca?” chiede ogni tanto.
Maria lo guarda sorridendo e dice: “No”. Alla terza volta aggiunge: “Tu piuttosto, che devi camminare, sarai stanco”.
“Oh! io! Per me è niente. Penso che, se avessi trovato un altro asino, potevi essere più comoda e fare più presto. Ma non ho proprio trovato”.
Tacciono. La Vergine, quando non parla, pare raccogliersi in interna preghiera. Sorride di un sorriso mite ad un suo pensiero e, se guarda la folla, pare non la veda per quello che è: un uomo, una donna, un vecchio, un pastore, un ricco o un povero. Ma per quello che Lei solo vede.
“Hai freddo?” chiede Giuseppe, perché il vento si alza. “No. Grazie”. Ma Giuseppe non si fida. Le tocca i piedi, penzolanti sul fianco dell’asinello, i piedi calzati nei sandali e che appena si vedono spuntare dalla lunga veste e deve sentirli freddi, perché scuote il capo e si leva una coperta che ha a tracolla e avvolge le gambe di Maria e gliela stende anche sul grembo, di modo che le mani stiano ben calde sotto di essa.
Incontrano un pastore, che taglia la via col suo gregge passando dal pascolo di destra a quello di sinistra. Giuseppe si curva a dirgli qualcosa. Il pastore annuisce. Giuseppe prende l’asinello e lo trascina dietro al gregge nel pascolo. Il pastore si leva una rozza scodella da una bisaccia e munge una grassa pecora dalle gonfie mammelle e dà la scodella a Giuseppe, che la offre a Maria.
“Dio vi benedica entrambi” dice Maria. “Tu per il tuo amore, e tu per la tua bontà. Pregherò per te”.
“Un lungo viaggio per la donna in quello stato. E' tua moglie?”. “E' mia moglie”. “Avete dove andare?”. “No”.
“Brutta cosa! Ebbene... io ti insegno... per Lei (e accenna a Maria). Vi è una piazza, vi si va da questa via Non potete sbagliare. Vi è un pozzo davanti, ed è una casa grande e bassa con un gran portone. Forse là trovate un posto... e del fieno per dormire e per l'asino. E che Dio riaccompagni”
Riprendono la strada.
“Maria. Ora riposerai. Mi sembri stanca tanto...”.
“No. Pensavo... penso...”. Maria afferra la mano di Giuseppe e gli dice con un sorriso beato:
“Penso proprio che il tempo sia giunto”. “Dio di misericordia! Come facciamo?”. “Non temere, Giuseppe. Abbi costanza. Vedi come sono calma io?”. “Ma soffri molto”.
“Oh! no. Sono piena di gioia. Una gioia tale, così forte, così bella, così incontenibile, che il mio cuore batte forte forte e mi dice: "Egli nasce! Egli nasce!" Lo dice ad ogni battito. E' il mio Bambino che bussa al mio cuore e dice: "Mamma, sono qui che vengo a darti il bacio di Dio". Oh! che gioia, Giuseppe mio!”.
Ma Giuseppe non è nella gioia. Pensa all'urgenza di trovare un ricovero e affretta il passo.
Bussa a una porta. “Per favore, per favore c’è un posto dove stare? Mia moglie ha le doglie, c’è un posto per noi?” “NOOOOO!!!” “Aprite per favore” “VATTENE!!!!!!”
Maria dall’asinello guarda al cielo :”Ti prego o Signore. Signore non avrai cura di noi?”
Poi grida “GIUSEPPEEEEE !!! GIUSEPPEEEE !!!!”
Maria soffre. Giuseppe la piglia in braccio.

Improvvisamente appare sulla porta una figura maestosa: a Giuseppe sembra un Grande Vecchio forse anche con una barba bianca.
“Ti supplico” dice Giuseppe “Non voglio entrare in casa tua. Mi basta un posto qualunque”.
La figura maestosa alza un braccio e con la mano indica il ricovero delle pecore:
“NON POSSO DARTI ALTRO !!!!!!”

Le statuine di Giuseppe, Maria (che può essere messa in varie posizioni essendo svincolata da Giuseppe) e del personaggio che indica il ricovero sono state realizzate dall’amico Paolo Stoppa (al link http://www.gfmnet.it/gfm/paolostoppa/ si può vedere il particolare stile dell'artista – altre opere sono al link http://www.sitohd.com/giovapresepi/ [ciccando sulla natività si entra nella galleria che può essere vista ciccando sulla figura “Paolo Stoppa”]. La spiegazione del perché tutte le sue opere siano senza volto è data dall’artista stesso: “Ed è per questo motivo che essendo figure universali non possono essere identificate con volti riconoscibili. Nelle mie opere, siano esse quadri o statue, io cerco di rappresentare un umanità universale e senza una precisa collocazione temporale ma che possa suscitare una emozione di chi lo guarda. Io cerco di ricreare l'atmosfera dei soggetti attraverso le forme, i colori e gli atteggiamenti dei soggetti rappresentati”.

Altre precisazioni:
Per la costruzione del presepe ho utilizzato esclusivamente materiale reperito in natura: i muri dell’edificio sono di sasso frantumato e ciascuno opportunamente sagomato per renderlo sovrapponibile l’uno all’altro e cementato sul retro (provenienza dalle cave di sasso color giallo rosato arancione (in pratica il colore che si nota nelle “fughe”) di Cuasso al Monte (VA) e ciascuno debitamente colorato in grigio nella parte anteriore non essendo compatibile il colore originario con la natura circostante), tutte le parti in legno da legname proveniente dal pianale di vecchi carri ferroviari arrugginiti usati per il trasporto di materiale bellico e/o altro durante la 1° guerra mondiale, gli alberi da rami di rovi secchi e come fogliame ho usato le foglie di piracanta trattate con acqua e glicerina, lo “strame” del ricovero degli ovini da fieno ammuffito impastato, per alcuni punti, con terra scura,quasi nerastra, presa nei residui di vecchie letamaie ormai abbandonate, le feci degli ovini fatte con le bacche, appena spuntate, di sambuco, essiccate e colorate di nero ……. ecc. Le statuine sono di 12 cm.
Nota: non ho assolutamente utilizzato piante grasse (agavi, fichi d’india, cactus, ecc.) in quanto tutte le cactacee sono di origine americana e ritengo che un presepe palestinese non possa convivere con tali piante.



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Re: Presepe palestinese 2015

Inviato: ven dic 25, 2015 7:18 pm
da ciro49
Bella prefazione e carino il presepe,bravo :D

Re: Presepe palestinese 2015

Inviato: dom dic 27, 2015 11:28 am
da elraffo
Bravo molto particolare
E particolari anche le statue. ..complimenti

Re: Presepe palestinese 2015

Inviato: gio gen 07, 2016 3:59 pm
da fabiowarrior1
con calma mi rileggerò quello che hai scritto
bravo!!!