San Francesco e la nascita del presepe

San Francesco e la nascita del presepe

San Francesco e la nascita del presepe in Italia

Tutti i retroscena di una tradizione che dura dal 1223

Quando è nato il presepe? Ebbene, secondo quanto rivelato dalle fonti scritte dei francescani, l’iniziatore di questo tradizione fu proprio San Francesco, fondatore del loro ordine, che nel 1223 a Greccio organizzò il primo presepe vivente della storia.

san francesco e la nascita del presepe

Si trattava di un presepe molto semplice, con un bue, un asinello, una mangiatoia, alcune pecore e una coppia di sposi che facevano rispettivamente Maria e Giuseppe, ma l’impatto fu talmente grande (anche perché, secondo la leggenda, quella notte la donna diede alla luce un neonato, che diventò quindi il primo Bambin Gesù) che, da allora, il presepe diventò parte della tradizione natalizia italiana e non solo.

L’evento, per impedire che i posteri se ne dimenticassero, è stato anche dipinto nella cappella di Greccio, dove Papa Francesco si è anche fermato per pregare il 4 gennaio 2016, ma perché al santo venne in mente l’idea di dare vita al presepe?

S. Francesco e l’idea del Presepe

Gli storici hanno formulato diverse ipotesi, ma ce n’è una particolarmente affascinante e che oggi vi riproponiamo: mentre si trovava in pellegrinaggio nel Medio Oriente tra il 1219 e il 1220 per cercare di convertire i musulmani, San Francesco si fermò presso il Sultano egiziano Al-Malik Al-Kamil.

Il santo, come prevedibile, non riuscì a convertirlo, ma in compenso gli fece un grandissimo dono.

Come molti cristiani del tempo, San Francesco e i suoi fraticelli desideravano visitare Gerusalemme e Betlemme.

Betlemme però, nel 1187, era già caduta in mano ai musulmani, che chiedevano un tributo a tutti i pellegrini cristiani per visitare i luoghi santi.

San Francesco, come i suoi compagni, non poteva permettersi di pagarlo, ma inaspettatamente il sultano ordinò che lui e i suoi fratelli fossero lasciati liberi di visitare il Sepolcro “senza pagare il tributo”.

Quando però arrivarono a Gerusalemme, i frati trovarono una città devastata: gli stessi abitanti, vittime della vendetta del fratello di Al-Malik Al-Kamil, pensavano che fosse arrivato il giorno del Giudizio Universale.

Anche i dintorni di Betlemme erano stati rasi al suolo, ma inaspettatamente, la Chiesa della Natività era ancora intatta. I Crociati, oltre ad averla restaurata, avevano portato anche dei ricchi dipinti e delle sontuose decorazioni che facevano bella mostra di sé non solo nella chiesa, ma anche in tutta la grotta della Natività.

Insomma, era rimasto ben poco della povera grotta in cui Gesù Bambino era nato.

Sembrerebbe però che questa scena di magnificenza, combinata con la desolazione che si respirava all’esterno, spinse San Francesco a meditare sulla nascita, avvenuta in completa povertà, del Salvatore.

Non sappiamo quali furono i sentimenti del santo in quel momento, se più di stupore nel vedere che la Chiesa della Natività, oltre ad essere ancora in piedi, era abbellita in modo così ricco per onorare Gesù Bambino, o più di dispiacere nel vedere che si era perso il significato della venuta di Cristo sulla Terra.

Una cosa è certa però: fu grazie a questa esperienza, che in parte è stata resa possibile anche da un musulmano (non dimentichiamoci che all’epoca i musulmani erano chiamati infedeli), che San Francesco ebbe l’ispirazione per il presepe e il presepe, così come lo conosciamo noi, oggi è diventata una delle tradizioni più amate in Italia e nel mondo.

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